Preservazione della fertilità: incontro con il Prof. José Remohi


Il Professore José Remohi, docente di ostetricia e ginecologia presso l’Università di Valencia, è uno dei maggiori esperti al mondo nel campo della riproduzione medicalmente assistita e preservazione della fertilità. Autore di oltre 650 articoli scientifici e numerosi libri nell’ambito della medicina riproduttiva, è attualmente considerato uno dei migliori ricercatori europei nel settore della ginecologia ed ostetricia.

Il 19 maggio scorso il Prof. Remohi, invitato dal Prof. Nicola Colacurci, primario della Clinica Ostetrica e responsabile del Centro di infertilità della Seconda Università degli Studi di Napoli, ha tenuto una conferenza sulla preservazione della fertilità, presso le strutture del polo didattico di Sant’Andrea delle Dame.

La proposta di tecniche di crioconservazione sempre più affidabili rende, al giorno d’oggi, la preservazione della fertilità un’opportunità concreta per tutte le donne che scelgono di procrastinare nel tempo il momento della gravidanza.

Il congelamento ovocitario, anche denominato “Social Freezing”, offre la possibilità di congelare i propri ovociti per motivi non strettamente medici, così da poter posticipare la maternità o evitare eventuali futuri problemi di infertilità. Ad oggi infatti, nonostante i numerosi successi ottenuti nel campo della procreazione medicalmente assistita, non siamo ancora in grado di contrastare la fisiologica diminuzione del patrimonio follicolare e la progressiva riduzione del potenziale riproduttivo, cui va incontro la donna con l’aumentare dell’età.

La preservazione della fertilità è anche una tappa fondamentale del percorso terapeutico di tutte le pazienti affette da patologie che mettono a rischio il patrimonio ovocitario, come l’endometriosi e le patologie oncologiche. L’efficacia di programmi di screening, come quello del tumore alla mammella o del collo dell’utero, e il continuo miglioramento delle cure oncologiche, hanno innalzato in modo considerevole la percentuale di guarigione e la sopravvivenza delle pazienti. Questo ci obbliga a porre molta attenzione agli effetti collaterali che possono avere trattamenti come la chemio e la radioterapia, in termini di danno ovocitario. E’ estremamente importante nella gestione di queste pazienti considerare il loro rischio riproduttivo ed offrire strategie di crioconservazione ovocitaria, da attuare indipendentemente dall’età.

Differenti studi hanno evidenziato come le probabilità di ottenere la gravidanza in seguito a tecniche di vitrificazione aumenta, progressivamente, con l’aumentare del numero di ovociti a disposizione ed è nettamente superiore se il prelievo viene effettuato nelle donne prima dei 35 anni. Tuttavia non bisogna dimenticare che si tratta di procedure invasive e dai costi elevati, inoltre la gestione della gravidanza in donne con età superiore ai 40 anni può presentare una maggiore incidenza di complicanze come diabete gestazionale o pre-eclampsia. E’ quindi fondamentale esporre alla paziente tutti gli aspetti della procedura, sia in termini di vantaggi che svantaggi, così che sia in grado di decidere in modo consapevole.

La conservazione della fertilità è un problema molto attuale e ricco di risvolti etici che tuttavia il medico deve conoscere e saper gestire con tempi e modalità adeguate, in considerazione delle importanti ricadute che esso può avere nella vita di una donna e nella società.